Tappa da Torino a Pavia, distanza 167 km., media 19,9 km/h Time: 8 h 22 min.
Siamo partiti molto presto, sulla strada che porta da Torino a Chivasso e che passa per Gassino, proseguendo poi per Cavagnolo e Verrua Savoia, attraversato il Po, abbiamo fatto tappa a Trino Vercellese. Da Trino siamo saliti a Camino, per ammirare il paesaggio e per vedere da vicino il castello medievale, per ovvi motivi non ci siamo fermati nella enoteca ospitata nel complesso… anche se avremmo voluto. Siamo scesi a Casale Monferrato, per un panino e abbiamo proseguito per Valenza, Torre Beretti, in direzione Lomello. Lomello è stata la capitale della Lomellina, di notevole interesse è l’abbazia romanica a il castello medievale. Il tratto successivo che porta a Pavia è molto trafficato dagli autoveicoli. La stanchezza accumulata, viste le 8 ore di bicicletta ha fatto si che questo breve tratto fosse interminabile. Giunti a Pavia, abbiamo pernottato in un Hotel (Hotel Stazione) vicino alla Stazione, spendendo circa 50 euro per la camera doppia.
Tappa Pavia – Sabbioneta, distanza 128 km., media 18 km/h Time: 8 h 15 min.
Dopo una breve visita a Pavia, una puntatina nelle principali chiese, abbiamo preso la statale che collega Pavia a Casalpusterlengo, suggeriamo di fermarsi a Belgioioso, dove c’è un castello. Questo tratto di strada è pessimo perchè c’è molto traffico, poco prima di Casalpusterlengo, a Orio Litta abbiamo fatto una deviazione a destra lungo una pista ciclabile lungo il Po, che passa nei pressi di Somaglia, giunti a Castelnuovo Bocca D’Adda, abbiamo attraversato il Po, visitato Monticelli, un paesino grazioso. (da Monticelli si possono prendere gli argini del Po, che sono quasi una pista ciclabile e che portano verso Cremona) Visto il poco tempo a disposizione, abbiamo tagliato l’ansa che conduce a Cremona, e nei pressi di Villanova sull’Arda, abbiamo preso la pista ciclabile già citata e che conduce attraverso tappe e deviazioni fino a Sabbioneta. Da segnalare il paese di Zibello, con alcuni edifici mediovali e diverse gastronomie con in vendita il famoso “culatello”. Il paesaggio naturale di questo tratto è interessantissimo, si costeggia il Po, numerosi casali abbandonati e fattorie modello, si passa inoltre vicino a Busseto, paese di Giuseppe Verdi. A Sanguigna, si lascia la strada sugli argini e ci si immette sulla strada che porta a Sabbioneta, una città pensata e voluta da Vespasiano Gonzaga. Da segnalare il Teatro Olimpico, e il palazzo Ducale. Abbiamo pernottato nell’unico bed and Breakfast (Maride) di Sabbioneta, con una spesa per la camera e prima colazione di soli 40 Euro circa.
Tappa Sabbioneta – Lendinara, distanza 132 km., media 18,1 km/h Time: 7 h 20 min.
Sabbioneta è un paese storico e molto interessante, purtroppo gli edifici importanti aprono tardi al mattino…In compenso la zona di confluenza tra il Po e il fiume Oglio è interessantissima per la qualità delle piste ciclabili e per la documentazione grafica di percorsi ed itinerari (se qualcuno fosse interessato possiamo fornire la documentazione). la direzione da prendere è quella di Pomponesco, Sabbioni e Bocca Chiavica. A Borgoforte abbiamo attraversato nuovamente il Po, merita una visita il complesso religioso di S. Benedetto Po, nei pressi di Suzzara. In seguito siamo arrivati a Revere (splendido il Castello che ospita esposizioni artistiche e musei sulla cultura locale). Poco prima di Sermide, ci siamo diretti sulla grande strada provinciale diretti a Badia Polesine ed infine Lendinara. A Lendinara abbiamo pernottato in un B&B con soli 30 euro. Questo tratto è molto trafficato.
Tappa Lendinara – Chioggia, distanza 69,65 km., media 17,7 km/h Time: 3 h 55 min.
Questa è stata la tappa più corta, abbiamo deciso di arrivare entro l’una a Chioggia, per poter fare una visita a Venezia. da Chioggia infatti partono dei battelli, combinati ad autobus, che attraversando la laguna e il Lido, portano a Venezia in un’ora e mezza. Il costo del biglietto è di circa 12 euro e vale su tutti i mezzi di Venezia per 24 ore. Le bici pagano 1 euro e possono essere trasportate sui vaporetti a discrezione del comandante. Le tratte più affollate sono sconsigliate con la bici al seguito. Purtroppo il tratto che porta da Lendinara a Chioggia non ha molte piste ciclabili, ormai eravamo bene abituati…ma le strade sono tranquille. I paesi toccati sono Anguillara Veneta e Cavarzare. Dove abbiamo potuto abbiamo percorso gli argini dell’Adige. Arrivare al mare è stato meraviglioso, sembravamo dei ragazzini alla prima gita scolastica. Abbiamo rispettato i tempi e ci siamo concessi un pomeriggio e una serata a Venezia. Conviene pernottare a Chioggia, poichè i costi sono inferiori di Venezia, per fare un esempio la pensione a due stelle ci ha chiesto circa 60 euro per la camera.
Ultima tappa Tappa Chioggia – Portogruaro, distanza 112 km., media 17,7 km/h Time: 7 h 56 min.
Arrivare a Venezia percorrendo le isole della laguna con la bici è effettivamente una bella esperienza. Abbiamo seguito il percorso di una cartina del Touring Club. Per fare questo itinerario bisogna prendere i vaporetti che portano a Pellestrina, Alberoni e Lido. La ciclostrada segue per alcuni tratti il litorale interno delle isole, per la prima parte, mentre in prossimità del Lido, segue il lato del mare aperto. Giunti al Lido, abbiamo preso un Vaporetto che ci ha portato a Punta Sabbioni e l’isola di Cavallino. La laguna veneta è straordinaria, sia per l’aspetto naturalistico, sia per le attrattive gastronomiche e architettoniche. Jesolo è una località balneare che si sviluppa su un lungo tratto di costa, sembrava interminabile oltre 10 km. di residence, alberghi, negozi turistici e ristoranti. Abbiamo attraversato il Livenza, passando da Eraclea e siamo arrivati a Portogruaro. Ci siamo inoltre fermati ad ammirare le rovine romane di Concordia Sagittaria. Portogruaro merita una visita, per via dei palazzi antichi in stile veneziano e per i canali utilizzati dai vecchi mulini, nell’insieme l’aspetto è caratteristico e piacevole.
Mezzi utilizzati: Chiara ha utilizzato una bicicletta da corsa 28″ Vaira, con telaio Columbus Zeta, prodotta alla fine degli anni ’70, del peso di circa 9,5 kg. Sulla bici da corsa è stato montato un manubrio da MTB con comandi a manubrio tipo grip shift, a frizione quello per il deragliatore anteriore e a scatti 7v per il posteriore. Mentre il gruppo Campagnolo nuovo record (old style) ha funzionato perfettamente unendo leggerezza alla conosciuta affidabilità. Alberto ha utilizzato una MTB con ruote da 26″ prodotta dalla Boeris nel 1990, con telaio rigido Columbus Cromor, completa di portapacchi in alluminio e ruote Mavic con copertoni slick molto stretti.
Inconvenienti: In generale nessuno, ma stare 8 ore in sella è sicuramente il problema al fondoschiena quello maggiore, accentuato al fatto che entrambe le biciclette, soprattutto quella di Chiara, non avevano una sella studiata appositamente per il cicloturismo, bensì una sella da corsa pura. In commercio esistono delle selle confortevoli, seppur di maggiore larghezza, e per fare viaggi di questo tipo sono sicuramente più efficaci. Il peso dei bagagli è stato un problema in quanto nel complesso la bicicletta pesava oltre i 35 kg., sulle lunghe distanze il peso si fa sentire e il carico sui tendini (d’achille) e sulle ginocchia li può infiammare con dolori che possono compromettere l’escursione. Consigliamo di cercare di essere leggeri, usare rapporti agili, ed avere qualche giorno di allenamento.